ESCURSIONI 2011

16 GENNAIO 2011  -  RIOMAGGIORE E DINTORNI

L'anno non poteva iniziare meglio. Una giornata a dir poco splendida (contrariamente, una volta tanto, alle previsioni di qualche giorno prima).
A dire il vero abbiamo dovuto modificare il ns. programma originario in quanto alcune frane e altri problemi ci avrebbero impedito di andare alla Torre Guardiola e al Canneto; sarà per un'altra volta.  Fortunatamente la zona offre numerose varianti. Siamo perciò saliti al famoso (e più volte visitato) Santuario della Madonna di Montenero a 341 m. Da qui in direzione Telegrafo passando per loc. Lemmen (altra indicazione errata delle cartine che prevedevano un sentiero di discesa per Campi). Successivamente è iniziata la discesa (lunga) verso Monesteroli, posto nella zona di "Tramonti", pittoresco borgo a picco sul mare, a cui si perviene scendendo oltre 1000 scalini in pietra con vertiginosa pendenza.
Racconta la leggenda che alcuni monaci si fermarono da queste parti, e da qui il nome della borgata. I misteri si infittiscono con la presenza del mehnir di Tramonti, una roccia posta sul sentiero proveniente da Biassa, nei pressi della fontana di Nozzano. Alla fine della lunga scalinata il paese appare come un abbaglio. Impossibile soffrire di vertigini qua, pena l’emigrazione.
Il pranzo è stato consumato sulla scalinata e ciascuno ha cercato il suo spazio; alcuni sono pure arrivati sino al paesello dove peraltro alcuni proprietari trascorrono la domenica in solitudine consumando un pranzo frugale portato a spalle (beati loro...!).
Il ritorno è avvenuto abbastanza velocemente passando da Fossola.
Circa 30 partecipanti.

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6 FEBBRAIO  2011 - VOLTERRA, CITTA' MAGICA E MISTERIOSA

Una folta schiera di amici ha partecipato a questa escursione cultural/naturalistica/archeologica e "culinaria". Descrivere le cose che abbiamo visto in questa intensa giornata sarebbe cosa ardua; limitiamoci, come sempre, a un piccolo riassunto. Il nostro itinerario inizia con una breve sosta alla Badia Camaldolese, purtroppo chiusa e vedibile solo dall'esterno. Ci spostiamo quindi all'antichissima chiesa di Santa Margherita. Avremmo dovuto prendere la chiave da Delia, una simpatica "signorina" di 91 anni, ma purtroppo la chiave non è stata rintracciata. Siamo quindi saliti alla Necropoli dei Marmini, scendendo all'interno di 2 bellissime tombe etrusche del II-III sec. A.C..  Successivamente nuova sosta presso la villa del famoso scrittore Carlo Cassola, dove Angelo ha letto alcune righe del romanzo "La ragazza di Bube".  Successivamente abbiamo passato la Porta Diana, quindi l'oratorio della Madonna del Livido e siamo entrati in Volterra attraverso Porta Fiorentina.  Breve visita alla chiesa di San Michele contenente una madonna di G. Della Robbia.
Discesa quindi alle "Fonti di Docciola" e arrivo finalmente al Convento di San Girolamo dove abbiamo consumato un buon pranzo in compagnia di Don Vincenzo.
Nel pomeriggio abbiamo raggiunto l'ex ospedale psichiatrico con quel che resta dei graffiti di N.O.F.4 (Nannetti Oreste Fernando, un malato qui ricoverato). L'ambiente, abbandonato, ha qualcosa di sinistro e di "infernale". pensare che a suo tempo venivano ricoverati circa 4500 malati, sottoposti forse anche ad esperimenti come cavie umane.
Rientro in città attraverso "Porta a Selci", costeggiamo il Maschio, il parco Fiumi con l'Acropoli. Quindi Porta all'Arco, Piazza San Giovanni e infine per finire due chicche: la chiesa di San Lino con opere di Francesco Curradi e Cosimo Daddi, e la chiesa di San Francesco con gli affreschi di Cenni di Ser Cenni.  Il tutto sotto la guida dell'ottimo Giovanni che ci ha illustrato il tutto con dovizia di particolari; ci ha pure deliziato con 2 canti della "Commedia". UN GRAZIE DI CUORE A GIOVANNI!!
Questa gita, unitamente a quelle effettuate lungo la via Francigena ci ha fatto comprendere ancor più l'immenso patrimonio artistico contenuto nelle nostre chiese, grandi e piccole.

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13 FEBBRAIO 2011 - LA VALLE DEI MANIENTI / ROCCA DI S. SILVESTRO

Innazi tutto una nota di biasimo per coloro che non hanno avuto fede nelle ns. previsioni meteo e sono rimasti a casa a trascorrere forse una giornata uggiosa. Come previsto il "muro" del brutto tempo si è fermato a Rosignano e una (anche troppo) bella giornata ci ha accompagnato fino al termine dell'escursione:
Il nostro percorso inizia nei pressi dei resti degli edifici del villaggio minerario inglese Etruscan Mines, oggi suggestiva testimonianza d’archeologia industriale.
 Superati le eleganti strutture scheletriche, abbiamo raggiunto la zona delle “laverie” del ferro ammirando gli ammassi di scorie ferrose che, oltre a formare eleganti onde nere visibili anche dal basso, creavano curiosi origami. Un vecchio sentiero ci ha portato a 300 m di quota, dove abbiamo ammirato “i fornelli di Monte Rombolo”. Sconosciuti ai più, sono un raro esempio d’ingegneria mineraria di coltivazione doppia a imbuto, visibile solo dall’orlo del cratere. Luogo veramente affascinante con il mare e le isole che arricchiscono la ribalta. Risalita tutta la valle dei Manienti, abbiamo raggiunto il ripido costone roccioso che ci ha portato alla Rocca San Silvestro per una visita accurata del villaggio medioevale. Tornati alla base del ripido costone e superata la miniera medioevale dei Manienti, abbiamo salito, con l’ausilio delle corde fisse predisposte dal comune di San Vincenzo, delle ottime placche di calcare, dove gli scarponi avevano un fantastico “grip”. Raggiunta la foce dove si apre la profonda Grotta del Grillo, abbiamo pranzato al riparo dal vento e in ottima posizione panoramica. Il percorso è proseguito diventando “apuano” e con passaggi ripidi e corde fisse, fino alla buca del serpente e l’inizio della cresta della Scala Santa.  Il panorama ci ha ripagato della fatica. Da Punt’Ala a Montecristo, dall’Elba a Punta Righini…, un ‘abbraccio visivo di prim’ordine. Il sentiero comunale del Corbezzolo, ci ha riportati verso il villaggio Etruscan Mines, defaticando le nostre gambe lungo il suo tranquillo sviluppo. Complimenti al gruppo, sedici coraggiosi pronti a ogni evenienza, affiatati e profetici.   tot. circa. 13 KM (P.M.)

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20  MARZO  2011 -  IL TREKKING DELLE CAMELIE (Colle di Compito / S. Andrea di Compito)

Bella Domenica. Finalmente il tempo ci aiuta con un robusto grecale alzatosi in nottata…., aria fresca, cieli tersi, grande visibilità. Ottimi ingredienti per far si che in tanti aderiscano a quest’uscita a pochi chilometri da casa.  Infatti, siamo in tanti, siamo in 65, con un grande contributo numerico fornito dagli amici de “La Borra Trekking”  per quest’ uscita congiunta coordinata dall’amico Daniele. Saliti lungo le vecchie rughe del borgo di Colle di Compito, intercettiamo il sent. Cai per il colle della Torre alla Trabardatica che raggiungiamo per fare una foto di gruppo. Sempre per sentiero bianco/rosso, iniziamo la discesa verso S.Andrea Di  Compito, seguendo un bel tracciato tra antichi terrazzamenti e restaurate “chiudende”. Raggiunto S.Andrea e acquistato il biglietto per la festa delle camelie, risaliamo il torrente Visona fino al camelieto sperimentale per una vista e dove decidiamo di pranzare sfruttando l’ambiente rilassante fatto di prati, muretti a secco, ruscelli e camelie. Dopo pranzo, attraversata la Visona, tramite il ponte medioevale di Capo di Vico, raggiungiamo Villa Borrini per la visita al giardino di antiche camelie. Segue la visita alla Villa Torregrossa e alla “Chiusa Borrini”, grande giardino sperimentale posto in luogo suggestivo, dove è coltivato il the delle camelie, unico “cultivar” di questo tipo. Acquistato un po’ di the,… veramente un po’ dato il costo elevato, scendiamo verso la Torre di segnalazione e riprendiamo,  la via del ritorno, tra assaggi di farro, fagioli e vino. Superata la Pieve di Compito e percorso un sentiero che ci conduce a un guado, risaliamo un tratto un po’ fangoso che ci immette alle porte di Colle di Compito per il rientro a casa.(P.M.)

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3 APRILE 2011 - LA CASCATA (o PISCIAROTTO) DELLA FARFARA'

Altra bellissima giornata inanellata e messa in bacheca. Abbiamo raggiunto Cervara (720m) per una strada che non era quella scelta, dopo che le ultime frane hanno interrotto strade e sentieri, trovando comodamente il parcheggio per tutti. Siamo un bel gruppo composto da 31 partecipanti e una bellissima coppia di barboncine. Saliamo lungo uno stradello (segnali del Lunigiana trekking), fino a raggiungere i 1050m dove si trova l’alpeggio del Lago Verde e il lago omonimo. Il posto si presenta bellissimo e l’immensa fioritura di crochi arricchisce il contrasto cromatico con il verde circostante. Lungo le sponde del lago abbiamo avuto la fortuna di assistere all’accoppiamento di centinaia di rospi diffusi in ogni dove, anche a gruppi plurimi, dove il maschio, più piccolo e verde, “saltava” la femmina, di grandi dimensioni e di colore rosso. Tutt’intorno migliaia di uova deposte. Il tragitto è proseguito su sentiero comodo e piccoli guadi fino alla discesa che ci conduce al torrente Verde nei pressi della cascata. Qui lo scenario cambia e le difficoltà nascono subito perché il guado che non c’è più, …. spazzato via dalla piena forse? Chi sa? Il recente disgelo rendeva il torrente ricco d’acqua e di portata e pur non scomponendosi, il gruppo si divideva in due tronconi. Un manipolo rimaneva ad attendere il grosso del gruppo che, fra passaggi su rocce e precari equilibri, raggiungeva la sponda utile per risalire il sentiero che conduce al belvedere sul Pisciarotto. Raggiunto il belvedere per le foto alla cascata, facciamo la pausa pranzo. Intanto un gruppo del “genio pontieri” (Luciano) aveva allestito un ¾  di ponte gettando pietre da 15 kg che hanno  favorito il ritorno alla sponda d’arrivo di alcuni, mentre in tanti hanno guadato a piedi nudi il torrente in un’acqua fredda da raccapriccio. Non è mancata neppure qualche “scivolata” in acqua a mezza gamba, ma per fortuna senza conseguenze. Ricompatto il gruppo nei pressi del Lago Verde, siamo scesi verso Cervara per andare a vedere i “facion”, che non sono altro che figure antropomorfe collocate nei muri di alcune antiche case, alcuni vecchi di 500 anni. Ringraziamo un’anonima abitante di Cervara che ci ha condotto nel vecchio borgo per farci vedere questa curioso aspetto.(P.M.)

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10 APRILE  2011 - DA CASTELVECCHIO (rovine) A SAN GIMIGNANO

Dopo una settimana bellissima partiamo con una fittissima nebbia, sulle colline di Castelfalfi, che ci preoccupa non poco. Fortunatamente, non appena avvicinati al punto di partenza, appare un sole splendido. I campi sono pieni di rugiada e una miriade di piccole ragnatele, bagnate e illuminate sal sole, appaiono nell'erba  dei campi.
Ci incamminiamo in discesa verso le rovine di Castelvecchio, importante roccaforte medievale difesa naturalmente dai profondi e incassati solchi vallivi del Botro di Castelvecchio e del Botro della Libaia, due torrenti subaffluenti del fiume Elsa.  Residuano ancora resti abbastanza ben conservati di torri e della chiesa
.
Qui il "mitico" Giovanni ha organizzato a sorpresa la rievocazione di un episodio (leggendario) in cui si narra di assalti alla fortezza, di antichi amori tra "Mantello Nero" e Enelda, ecc.ecc.  Spartaco, Iole e Franco si sono ritrovati a interpretare i personaggi con tanto di costumi(vedere foto..); nulla era stato preparato in precedenza e il tutto è avvenuto in modo estemporaneo, ma divertente per la combriccola dei partecipanti.
Ci siamo quindi incamminati alla volta di San Gimignano, passando da "Il Caggio" (agriturismo) e la fattoria di San Donato, dove è stato possibile acquistare dell'ottima vernaccia.
Il pomeriggio è terminato con una veloce (purtroppo) visita di alcuni particolari di San Gimignano che sono trascurati dal turismo di massa.  Bellissima la Collegiata, le cui pareti interne sono ricoperte completamente da affreschi risalenti al '300.
Circa 30 partecipanti per un percorso di ca. 15 km.

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17 APRILE 2011 - LA VALLE DELL'ALPINO

 

Altra giornata felice, con il cielo azzurro e una temperatura ideale. Bella partecipazione di escursionisti per questo trekking con mangiata dal pastore. Siamo in 34 e noi avevamo fissato per 20 coperti, avvertita la segreteria dell’azienda  “Il Lischeto”, abbiamo fatto aumentare i coperti. Visitata esternamente la bella fattoria di Spedaletto, di proprietà della famiglia Corsini di Firenze e fatto un tratto d’asfalto di 700 metri, siamo entrati nello stradello che ci ha condotto sui crinali della Valle dell’Alpino. Grandi paesaggi in oceano verde punteggiato da migliaia di fioriture. Superati i vari cascinali, tutti posti in invidiabile posizione, siamo arrivati al “grande anello” dello scultore Staccioli, da lì vedevamo vicino Il Lischeto. Fatto un ampio giro per guadagnare un ponticello nascosto dalla vegetazione, abbiamo attraversato il Torrente Alpino e iniziato a vista la salita per Il Lischeto. Prima di immetterci nel piazzale dell’azienda un mulo ha addentato lo zaino a Spartaco e dato un “morsetto” alla spalla della moglie di Pietro. Subito dopo, i morsi li abbiamo dati noi a tutte le belle pietanze che ci sono state servite, annaffiate da un bel vinello rosso che abbiamo riordinato per alcuni ripassini. Mangiato il dolcetto di ricotta e preso il caffè, abbiamo fatto alcuni acquisti nel punto vendita dell’azienda (formaggio, ricotta, olio, ecc).  Il ritorno si è sviluppato lungo un bellissimo passaggio in un mare d’erba alta e colorata da dove non era passato nessuno. Questi sono i momenti che ricordi e che rimangono indelebili. Riguadagnato il crinale, abbiamo proseguito l’anello fino alla fattoria di Spedaletto, dove abbiamo terminato quest’ottima giornata. Un saluto particolare ai bimbi di Simone, ….bimbi veramente in gamba, agli amici della Florida (Tampa) Richard e Sharon e a due amici a 4 zampe “la pinscherina” e Taddeo, a tutti gli amici. (P.M.) 

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25 aprile 2011 - Cerimonia presso il Santuario della Madonnina dei Monti.

Presso il santuario della Madonnina dei Monti, vicino S.Ermo, ha avuto luogo una cerimonia di consegna del lavoro di restauro del tetto della chiesetta. Durante il nostro trekking del 14 novembre 2010 effettuato nella zona con la guida di Antonio Cambi furono raccolti dei soldi con i quali sono state acquistate alcune tegole. Il nostro gruppo è stato nominato, insieme a tutti gli altri donatori, in un grande pannello affisso all'interno del Santuario. La cosa ci ha fatto molto piacere e abbiamo deciso di documentarla in questa pagina.




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1  MAGGIO 2011 - IL MASSO DELLE FANCIULLE SUL FIUME CECINA

Ancora una splendida giornata primaverile. In effetti in questi ultimi tempi abbiamo avuto un bel po' di fortuna con i trekking. Speriamo bene anche per le prossime...
Anche stavolta siamo un bel numero, circa 34 + i soliti cani Taddeo e Jane. Tutti attrezzati con sandali, ciabatte e asciugamani abbiamo affrontato la corrente "impetuosa"  della Cecina(come si può vedere dalle foto), attraversandola in 2 passaggi.  Eravamo già stati in questa zona circa 20 anni fa e ci ricordavamo un percorso senza particolari difficoltà. Ma, forse perché eravamo più giovani, abbiamo oggi invece trovato un po' di ostacoli, non insuperabili, ma di difficile passaggio per alcuni.  Superato il Masso, a dire il vero con una discesa che ha richiesto l'ausilio della corda, ci siamo imbattuti in un passaggio verticale di pietra che ha fatto desistere un piccolo gruppo di persone, tornato indietro ad attendere gli altri.  Con un po' di adrenalina abbiamo superato l'ostacolo e ci siamo fermati per il pranzo in una "spiaggetta" a circa 500 metri dal Masso. 
Questo piccolo imprevisto, unito ad una partenza ritardata rispetto al solito,  ci ha fatto ritardare l'arrivo alla nostra mèta, cioè la foce del torrente Pavone che si immette nella Cecina. Da segnalare l'incontro con un piccolo serpentello che, secondo alcuni, era una piccola vipera (vedere nelle foto - se qualche "esperto" ci può dare un parere, gliene siamo grati-).
Il ritorno è avvenuto ovviamente per la stessa strada. Percorso non lungo, circa 8/9 km, ma di scorrimento lento per i motivi di cui sopra.

FOTO DELLA GIORNATA


14/15  MAGGIO 2011  -  LA VIA FRANCIGENA DA BOLSENA A VITERBO

Proseguendo la ns marcia di avvicinamento a Roma abbiamo affrontato 2 ulteriori tappe. Da Bolsena, dove eravamo arrivati il 2 maggio 2010, adesso ci spingiamo a Montefiascone e quindi a Viterbo. Partiamo il venerdì sera per arrivare in tempo alla nostra casa di accoglienza, il convento di S.Lucia Filippini. L’edificio, austero, offre la possibilità di alloggio a circa 50 persone. E’ dotato di varie camerate a 4/6 posti letto, vari bagni (ben puliti) e 1 cucina. Siamo gli unici ospiti. Il mattino del sabato con l’autobus ci trasferiamo a Bolsena. Ripartiamo da dove eravamo rimasti a suo tempo; questa volta, con la dovuta calma, non tralasciamo di visitare la basilica di S. Cristina. Questa basilica-santuario, tappa dei pellegrini sul percorso dell'antica via Francigena alla volta di Roma, ha ospitato, per secoli, fiumi di Romei. Tra le sue vetustissime mura ha accolto personaggi celebri per la santità, l'arte, la letteratura e la storia, e umili e anonimi uomini, ma tutti qui giunti alla ricerca di Cristo, sostenuti dalla testimonianza di chi per lui aveva donato la vita. Santa Cristina e Bolsena: un binomio inscindibile che perdura da diciassette secoli, da quell'assolato 24 luglio di un anno imprecisato, agli inizi del IV secolo, quando l'undicenne fanciulla di Bolsena, posta nell'alternativa fra Cristo e questa vita mortale, scelse senza esitazione il suo sposo celeste, al quale, come desiderava, si unì per sempre mediante il martirio.
Particolarmente interessante la visita delle catacombe, poste sotto la basilica.
Dopo questo intenso momento culturale affrontiamo i saliscendi che ci porteranno a Montefiascone. La giornata è piuttosto assolata, attraversiamo boschi di roverelle, grandi campi di grano, avena, ginestre gialle, papaveri, camomilla, come pure piante di noci e di nocciolo. Fortunatamente sul percorso, peraltro ben segnato di recente, troviamo 2 fonti di fresca acqua, che sono un vero toccasana dopo la calura. Dopo 20/22 km. arriviamo ai nostri alloggi.
Altro monumento che visitiamo a Montefiascone è la Cattedrale di S.Margherita, facilmente individuabile da ogni parte della città, vista la sua grandezza; la sua maestosa cupola è, in effetti, la terza in Italia per il diametro interno, dopo S.Pietro a Roma e S.Maria del Fiore a Firenze. Molto bella la sottostante cripta. Molto interessante anche la chiesa di San Flaviano con la tomba di Defuk. La tradizione locale identifica questo personaggio con un vescovo tedesco, al seguito di Enrico V, sceso in Italia per essere incoronato dal papa e racconta che un certo Martino viaggiava con alcuni giorni di anticipo sul gruppo imperiale diretto a Roma ed aveva il compito di ispezionare le cantine lungo il percorso alla ricerca del vino buono. Quando lo trovava scriveva sulla porta «Est!» ovverosia «C’è!». Se era ottimo raddoppiava l'esclamazione con «Est! Est!! ». Giunto a Montefiascone, dopo aver assaggiato il vino del posto, non esitò a rafforzare l’affermazione con un triplice «Est! Est!!Est!!!». A Defuk, sopraggiunto qualche giorno dopo, non sfuggì, la raccomandazione, anzi, di ritorno da Roma, decise di fermarsi per sempre a Montefiascone dove morì, si dice, per il troppo bere lasciando alla comunità tutti i suoi averi.
Il mattino della domenica, dopo una buona dormita (anche se i lettini del convitto non sono il massimo….), affrontiamo la seconda tappa che ci conduce a Viterbo in circa 5 ore e 18 km circa  . Qui abbiamo la possibilità di percorrere la vecchia Via Cassia, con alcuni tratti di basolato di pietre ancora ben conservato. Facciamo inoltre conoscenza con una simpatica signora inglese non più tanto giovane, Veronica, che nel 2002 ha percorso in 3 mesi la Via Francigena da Canterbury a Roma!!  Adesso stava provenendo da Pontremoli e diretta a Roma. 
 Lunghi e dritti stradelli, campi di grano e papaveri e ancora fiori gialli, fiordalisi e una grande varietà di profumi. Un vento abbastanza forte ma provvidenziale (visto il caldo) ci accompagna.  Breve sosta ai “Bagnacci”, sorgente sulfurea e arrivo a Viterbo alle 12,30 circa. Velocemente il tempo cambia. La perturbazione che ha colpito il nord Italia arriva fin qui e, sotto una bella pioggerella, visitiamo la parte medioevale della città, il Palazzo dei Papi e la “magione dei Templari” (vedi foto). Ma ormai la camminata è finita e accettiamo di buon grado anche questo piccolo fastidio. Il tutto con le usuali e preziose informazioni storiche del nostro amico Giovanni.


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29  MAGGIO  2011   -   LA CASCATA DEL PISCINO

Gita piuttosto tranquilla in un bell'angolo del Casentino. Siamo sul versante a nord del Monte Falterona (sorgenti dell'Arno). Lasciate le auto in località "Il castagno d'Andrea" saliamo per sentiero CAI 18 e successivamente CAI 16. Dopo essere passati in mezzo a deliziose villette immerse nel verde il sentiero, che taglia a più riprese la strada, attraversa un bel bosco e ci porta fino a quota 1150, in un ampio spiazzo. Da qui in 40' arriviamo alla cascata attraversando un bellissimo bosco di faggi. In effetti siamo rimasti abbastanza sorpresi perché tutti la immaginavamo, chissà perché, niente più di una cascatella. Invece, da un'altezza di ca. 70 metri, l'acqua cade giù sbattendo su diversi terrazzamenti che ne esaltano, rallentandola, la caduta.
Dopo aver qui consumato il solito frugale pranzo e dopo aver fatto le immancabili foto, torniamo alle auto per lo stesso sentiero.
Meteo perfetto, sereno asciutto con poco vento. ca. 12 km con 20 partecipanti.

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26  giugno  2011  -  LE MARMITTE DELL'ALPE DI MOMMIO

Abbiamo raggiunto Mommio, posto in una valle laterale rispetto alla principale che conduce al Passo del Cerreto, iniziando l’escursione.  Siamo in diciotto con l’aggiunto Giancarlo, il fratello ed il cognato che sono arrivati direttamente dalla Garfagnana. Saliamo lungo lo stradello e raggiungiamo  il piccolo altopiano dove sorge la baita-agriturismo Restì  posto in un luogo delizioso con prati, panche in legno e laghetto dove si ha la bella vista della giogaia dell’ Alpe di Mommio. Abbiamo cercato il sentiero giusto per le marmitte anche sulla scorta di una descrizione di un’esperienza escursionistica fatta da un gruppo locale trovata nel web e, avvalendoci di questa, abbiamo cercato la nostra chiave interpretativa.  Raggiunto un ponticello di legno ci siamo calati nel torrente “verso valle”  incontrando alcuni bei salti corredati da marmitte e, con alcuni passaggi su costoni ripidi, abbiamo riguadagnato l’area della baita per la pausa pranzo. Alcuni del gruppo (i garfagnini) hanno trovato anche dei funghi.
Dobbiamo dire, in verità, che la descrizione a cui abbiamo attinto non si è rivelata molto precisa: ci aspettavamo diverse “marmitte” invece si trattava di una sola, anche se piuttosto bella con due salti di acqua. Abbiamo pure percorso diverse centinaia di metri sulle rocce del torrente sperando di trovarne altre, ma invano.
Dopo la pausa ed il caffè siamo ritornati al ponticello per proseguire “verso monte” la nostra ricerca incontrando facili passaggi che ci hanno condotto ad una bella cascata corredata di piccole marmitte. Marmitte piccoline, concentrate in un piccolo areale,…. non sono certo quelle del Fatonero, ma la zona della baita ed il panorama sono meritevoli e rilassanti.(P.M.)

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25  SETTEMBRE  2011  -  L'EREMO DI LECCETO E LA GALLERIA DEL GRANDUCA

Il nostro percorso inizia proprio dall'Eremo agostiniano di Lecceto, dove parcheggiamo le auto nello spazio antistante. Giovanni e Benedetto ci illustrano con dovizia di particolari la storia del monastero. Procediamo quindi a una rapida visita del bel chiostro, ma ci è impossibile accedere allo spazio della "clausura"; apprendiamo che sarà accessibile solamente il 9 ottobre o in  altra data futura. Comunque già val la pena di passeggiare in silenzio in questo spazio.  Dopodiché, attraverso un folto bosco di lecci (da cui il nome di Lecceto...) arriviamo all'altro eremo, San Leonardo al Lago, dopo aver visitato anche la "Grotta dell'Eremita". Purtroppo pare che il custode sia indisposto e non ci è possibile visitare l'interno; proveremo in dicembre, quando torneremo da queste parti. A questo punto non ci resta che affrontare la famosa Galleria (o, per meglio dire, il Canale) del Granduca. Quest'opera di ingegneria idraulica risale al XVIII secolo e fu realizzata per bonificare le acque di Pian del Lago che a quel tempo formavano un lago paludoso e insalubre. La galleria è lunga 2173 metri, larga circa 2 metri e alta 2,5-3 metri. Ovviamente è buia, molto umida e con il fondo scivoloso. Attrezzati di torce, caschi, berretti ecc. ci siamo quasi tutti avventurati nell'interno. Tra l'altro le informazioni ci dicevano che alla fine avremmo trovato una colonia di pipistrelli (infatti Benedetto, che aveva avuto in passato questo incontro con i chirotteri, è tornato indietro a metà galleria...). Ma, con nostra sorpresa e anche un po' di disappunto, di pipistrelli neanche l'ombra(a parte uno piccolino).
Tempo necessario per percorrere la galleria circa 1 ora.  Usciti alla fine all'aria aperta siamo tornati al punto di partenza, da lì non molto distante. Infine una piccola ma sempre piacevole sosta a Monteriggioni dove, tra l'altro, alcuni di noi si sono procurati le "credenziali del Pellegrino" della Via Francigena.
Giornata afosa, ma per fortuna senza pioggia. Una trentina di partecipanti.

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9 OTTOBRE 2011 - CIVITA DI BAGNOREGIO  (gita in pullman)

Ottime le premesse per la prima uscita in pullman del Rifugio Trekking, grande adesione di escursionisti (60 partecipanti), bello il tempo e partenza puntuale. E’ proprio vero…., il buon giorno si vede dal mattino. Troviamo una Bagnoregio fredda, dove le folate di tramontana celebrano il vortice di foglie riarse dalla prolungata siccità. Al belvedere di San Francesco c’è l’impatto improvviso con Civita che compare come un castello sospeso in aria, contornato da valloni e da creste bianche d’argilla ed è fantastica. Arrivati a Mercatello, iniziamo a percorrere la passerella pedonale che ci conduce in costante salita, alla bellissima Porta di Santa Maria che ci introduce al borgo. Il borgo di Civita è ben tenuto, ogni angolo e ogni cantone, regalano curiosità, nicchie, capitelli e simulacri. Bruschetterie e antichi frantoi, rendono il passaggio “appetitoso”. Percorso l’antico decumano(percorso principale del paese) e superata la piccola chiesa rupestre dedicata a San Buonaventura, arriviamo all’Occhio Etrusco chiamato localmente “bucajone”, galleria che attraversa Civita da Sud a Nord. Viene percorso a gruppetti di 5/6 persone in quanto all’uscita dell’occhio è bene essere solerti perché dalle pareti verticali del borgo, che ci sovrastano 40 m, potrebbero verificarsi piccole cadute di pietre. Superato un bel castagneto (Paolo B. ha raccolto 4 kg di castagne), arriviamo alla zona dei calanchi che vale veramente la pena di visitare. Il paesaggio è lunare, le creste si sviluppano per chilometri e in alcuni punti sembrano enormi tende drappeggiate. Il ritorno verso Civita è caratterizzato da una tempesta di tramontana accompagnata da nuvoloni neri e da qualche goccia di pioggia che determina un fuggi fuggi generale ed in molti del gruppo si rifugiano nella Chiesa di Civita. Fortunatamente il “blizzard” dura poco ed un nuovo sole regala colori intensi ancor più acuiti dall’ora pomeridiana. Puntualmente alle ore 16.00 ci mettiamo in marcia, arrivando a Pontedera alle 18.45. Un ringraziamento particolare a tutti i nuovi amici che hanno arricchito questa giornata. (P.M.)

FOTO    per vedere il video della gita di Sergio Colombini    

http://www.youtube.com/watch?v=apZ3IXCLjWk


13 NOVEMBRE 2011 -  NEI DINTORNI DI SAN GIULIANO TERME (gita rimandata dal 6.11 per maltempo)

Ancora un’altra giornata magnifica regalata da quest’autunno strano, che colpisce violento come in Lunigiana e Liguria e che offre la parte dolce e buona nelle nostre zone. 36 è il numero dei partecipanti (molto buono), 8 sono i gradi che troviamo a Santa Maria del Giudice, appena 98 metri è la quota da dove indiziamo l’escursione. Intercettato il segnavia n° 39 in località Catro, iniziamo la salita verso Le Croci, attraversando “chiudende” percorse dall’antica viabilità che nel medioevo collegava Lucca a Pisa. Raggiunte Le Croci, deviamo sulla destra raggiungendo L’Eremo della Spelonca e la chiesina attigua. Il luogo narra la vita grama ed essenziale degli eremiti e i particolari e quel che resta dei manufatti  ne sono muta e rispettosa testimonianza. Purtroppo qui avviene una defezione, infatti, Gian Luca e Alessandra con le figlie devono tornare indietro e rientrare alla partenza, poiché Elena, la figlia più grande, non si sente bene. Li salutiamo dispiaciuti e  sapremo poi che Elena aveva la febbre a 38°. Raggiunto il Passo di Dante, si prosegue con il sentiero 01 verso il Castellare con un percorso quasi apuano, con falde calcaree verticali, fenditure e rocce mosse. Appena ci immettiamo nello stradello che sale dalla Valle di Asciano, ci sentiamo rinfrancati raggiungendo villa Bosniasky tra bellissimi panorami e con un caldo sole. Una lunga sosta pranzo fatta di “riposini”, fotografie e chiacchiere varie, precede il rientro. Scendiamo verso Valle di Asciano, superando la Foresteria per iniziare la salita verso il Castagno, attraverso una bella oliveta. Ci ricompattiamo allo scollinamento del Castagno e seguendo un comodo stradello, arriviamo al passo Dante. L’ultimo tratto di discesa verso Santa Maria del Giudice, ci offre giochi di luci intriganti, dove le ombre allungate della sera diventano divertenti disegni antropomorfi.(P.M.)

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18 DICEMBRE 2011  -  ANELLO DI S. COLOMBA / FUNGAIA

Torniamo per l'ultima volta, quest'anno, sulla Montagnola Senese, dopo esservi stati il 25 settembre con la Galleria del Granduca. Uno sparuto gruppo di partecipanti (11) intirizziti dal freddo che improvvisamente e finalmente è piombato dall'Artico, in poche ore ha effettuato questo giro che si presenta comunque abbastanza interessante. Abbiamo dovuto rimandare la gita, originariamente prevista per l'11 dicembre, a causa del maltempo, anche se poi non fu molto brutto; però con il freddo asciutto è tutta un'altra cosa.
Abbiamo iniziato il percorso dal borgo di S.Colomba, con la grande villa di Baldassarre Peruzzi (a dire il vero in non ottime condizioni esterne, anche se abitata nei fine settimana); siamo quindi giunti a Fungaia, peraltro in ristrutturazione, e abbiamo proseguito verso nord attraverso sentieri nel bosco,casette coloniche ecc. toccando Casa Alteri e quindi ridiscesa verso sud fino al punto di partenza dove ci aspettava l'amico Benedetto (che sovente ci fa gradita compagnia nel senese). Poiché l'ora non era tarda abbiamo pensato di riprovare a visitare l'Eremo di San Leonardo al lago, che ci era stato precluso alcuni mesi fa per "indisposizione" del custode. Il tal custode, questa volta presente, anche se "in ferie" si è rivelato un soggetto di difficile trattabilità e ne è pure nato un alterco. Comunque alfine ci ha fatto visitare frettolosamente l'interno dell'eremo.

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